170 euro l’anno a persona per tenere pulita l’Italia. Esportando i rifiuti

 

Circa 170 euro l’anno a persona per tenere pulito il nostro Paese. Un costo limitato in una nazione sempre più attenta all’ambiente, dove il 47,5% della produzione nazionale di rifiuti prende la via del riciclo e si avvia a passo sostenuto verso il traguardo del 50% indicato dalla direttiva comunitaria 2008/98/Ce come target 2020. Risultati, questi, raggiunti anche grazie al forte impulso all’export di rifiuti destinati a Paesi Ue più attrezzati di noi alla lavorazione degli scarti per la trasformazione e la riconversione della spazzatura. I dati sono contenuti nella fotografia scattata su scala nazionale dall’Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, che ha tracciato un identikit del sistema rifiuti targato Italia, secondo quanto riporta Italia Oggi. «Nel corso degli ultimi anni il ciclo di gestione dei rifiuti urbani ha registrato passi da giganti all’interno del contesto nazionale. A tal punto che tra il 2014 e il 2015 il totale dei rifiuti finiti in discarica ha fatto segnare una riduzione significativa (-16%) arrivando ad attestarsi a 7,8 milioni di tonnellate, quasi 1,5 milioni di tonnellate di rifiuti in meno rispetto a un anno prima», si legge nel rapporto dell’Ispra, secondo cui le aree più virtuose si sono dimostrate essere quelle del Nord del Paese con una flessione del 26% del totale dei rifiuti diretti in discarica (-680 mila tonnellate) tra il 2015 e il 2016 a fronte del -14% registrato nel Centro Italia e -12% del Sud. L’export italiano dei rifiuti è superiore all’import: i rifiuti del circuito urbano esportati al di fuori dei confini nazionali ha segnato una forte accelerazione nel corso dell’ultimo anno arrivando a toccare le 361mila tonnellate con un incremento del 16,5% rispetto ai 12 mesi precedenti.
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